«Ci risiamo. Nuovi venti di guerra si affacciano all’orizzonte. L’Ucraina rischia di essere il 102esimo focolaio nel Mondo, secondo il progetto ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project). La 102esima questione che la comunità internazionale non riesce a gestire. In un atlante così diffuso dei conflitti bisognerebbe muoversi per evitarne altri e soprattutto per fare in modo che quelli in atto abbiano una risoluzione pacifica. Invece, avviene il contrario. Appaiono interessanti le testimonianze che arrivano dall’Ucraina.
Il Presidente ucraino invita alla calma dichiarando che non ci sono elementi che facciano pensare ad un’invasione russa imminente, accusando i media internazionali e alcuni Stati di creare solo panico intorno. Il Movimento Pacifista Ucraino dichiara: “Le persone del nostro Paese e dell’intero pianeta sono in pericolo mortale a causa dello scontro nucleare tra le civiltà dell’Est e dell’Ovest. Dobbiamo fermare l’accumulo di truppe, l’accumulo di armi e equipaggiamento militare in Ucraina e dintorni, il folle lancio di denaro dei contribuenti nella fornace della macchina da guerra invece di risolvere gravi problemi socioeconomici e ambientali. Dobbiamo smettere di assecondare i capricci crudeli dei comandanti militari e degli oligarchi che traggono profitto dallo spargimento di sangue.
Chiediamo la riduzione e il disarmo globali, lo scioglimento delle alleanze militari, l’eliminazione degli eserciti e dei confini che dividono le persone. Di sancire la neutralità del nostro Paese con la Costituzione dell’Ucraina; la guerra è un crimine contro l’umanità. Pertanto, siamo determinati a non sostenere alcun tipo di guerra e a lottare per l’eliminazione di tutte le cause di guerra».
Chi sta soffiando, allora, sul fuoco? Chi vuole la guerra? Che ruolo giocano gli Stati Uniti d’America, la Russia e l’Unione Europea in questo contesto?
«Assistiamo a contrapposizioni provocatorie, dichiarazioni e iniziative “muscolari” anche se accogliamo positivamente una graduale de escalation del clima, soprattutto ai confini con l’Ucraina. Negli Stati Uniti c’è una vecchia strategia. Quando vi è una grave crisi interna serve un nemico esterno per unire la nazione. Per l’Occidente, La Russia chiedendo che l’Ucraina non entri nella NATO e resti così neutrale assumerebbe una posizione bellicosa. Ma l’Atlantismo è un concetto tutto da rivedere e in questo momento rischia solo di fare il gioco di Putin. In mezzo si pone l’Unione Europea incapace di dire NO a questa escalation bellica.
Come comunità cosentina facciamo nostro l’appello promosso da associazioni e movimenti internazionali e quindi: «Chiediamo al nostro Governo e all’Europa tutta di prendere iniziative urgenti e significative con una posizione di neutralità attiva, per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte, chiarendo la propria indisponibilità a sostenere avventure militari. “A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi! L’ONU abbia la centralità nella gestione della crisi applicando finalmente la propria Carta Costitutiva in tutti i suoi articoli».
I firmatari:
Gruppo ImpegnAzione | Radio Ciroma | ANPI Provinciale Cosenza “Paolino Cappello”
ARCI Cosenza Aps | ARCI Mediaterronia | ARCI Hoplà, ARCI– Servizio Civile | ARCI Red
Cooperativa sociale R-Accogliere | Associazione di Volontariato San Pancrazio
Associazione di Volontariato Santa Lucia | Cooperativa sociale Strade di Casa
MaG delle Calabrie | Terra di Piero | Centro R.A.T. – Teatro dell’Acquario
USB Cosenza | Fem.In | PrendoCasa Cosenza | Cobas lavoro privato Cosenza
Fronte della Gioventù Comunista Cosenza | Coessenza | Ass. La Kasbah | M.O.CI Cosenza
Cosenza in Comune | Libreria R-Accontami | Spazio Donna Cosenza
G.A.I.A. Galleria d’Arte Indipendente Autogestita | Il Filo di Sophia | MorEqual
Comitato Difesa Costituzione – Cosenza
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