È “Nardjes A. – Un giorno nella vita di una manifestante algerina” di Ainouz Karim, il vincitore della quarta edizione del MyART International Film Festival. Al film di Ainouz va il Premio Sarah Maldoror, regista e attivista scomparsa quest’anno. Il premio è stato conferito dal Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati SIPROIMI. È stata proprio una delle due figlie della Maldoror, Annuchka De Andrade, in collegamento dalla Francia, ad annunciare al regista brasiliano le motivazioni della giuria. Ainouz Karim, in collegamento da Berlino, si è detto molto felice e onorato di aver ricevuto un premio intitolato a Sarah Maldoror, una regista che ha saputo raccontare con la sua camera la società africana e la sua voglia di riscatto e di affrancamento dalle logiche coloniali che per anni ne hanno bloccato l’indipendenza e lo sviluppo economico. Il film di Ainouz sarà distribuito nelle sale italiane dal 2021 dalla Reading Bloom di Maria Letizia Gatti.
Per la sua capacità di mostrare, con freschezza e speranza, la lotta e la responsabilità politica di una giovane attivista algerina – personaggio femminile, energico e potente investito da una missione di volontà di cambiamento del proprio paese; per la capacità del regista di farci provare una forte empatia nei confronti della protagonista Nardjes e degli altri manifestanti, portandoci senza filtri al loro fianco, nel cuore della protesta; e ancora per la rottura degli stereotipi sulla condizione della donna nei paesi del Nord Africa: al fianco di Nardjes, infatti, troviamo molte altre donne «combattenti», di diverse generazioni: queste le motivazioni con cui la giuria composta da Daniele Gaglianone, Serena Gramizzi e Valerio Cataldi ha inteso assegnare il premio al toccante lavoro di Ainouz.
“Exam” di Sonia K. Hadad (Iran) invece si è aggiudicata il Premio Shady Habash, conferito dalla Fondazione Migrantes, per il miglior cortometraggio. “Per aver raccontato con una tensione crescente, con uno stile di ripresa asciutto ed un sapiente utilizzo del tempo cinematografico la giornata di una adolescente costretta a vivere una vita che non desidera” così la giuria composta dai giovani registi calabresi Alessandro Grande (in concorso al 38° Torino Film Festival con la sua opera prima REGINA), Aldo Iuliano (anch’egli in uscita con il suo primo lungometraggio Space Monkeys) e Mario Vitale (autore de L’Afide e la Formica, suo primo lungometraggio). La giuria ha anche inteso dare una menzione speciale al cortometraggio “I am afraid to forget your face” di Alaa Sameh, Egitto “Per aver saputo sintetizzare in un piccolo film l’impossibilità’ di vivere una storia d’amore, utilizzando un abito che il più delle volte è ritratto al cinema soltanto per parlare di differenze culturali e pregiudizi“. Entrambi i cortometraggi sono distribuiti in Italia dalla Zen Movie di Giulio Mastromauro, vincitore del David di Donatello 2020 per il miglior cortometraggio con il suo “Inverno”.
Una edizione forzatamente on line, ma molto partecipata (quasi 1500 collegamenti principalmente dall’Italia, ma non sono mancati i collegamenti anche da altri paesi europei e dell’area del mediterraneo), quella che si è chiusa sabato 12 sui canali ufficiali del festival. Tanti i documentari e i cortometraggi in visione provenienti da diverse nazionalità Italia, naturalmente, ma anche Francia, Spagna, Iran, Pakistan, Brasile, Israele e Egitto.
Molti anche gli eventi organizzati dalla direzione del festival, promosso dall’Associazione Culturale Multietnica “La Kasbah” onlus. Interessanti in particolare il panel di apertura su “Che ne sarà del cinema? Riflessioni sugli scenari post-Covid” a cui hanno partecipato: Maddalena Mayneri | Presidente di Cortinametraggio e portavoce Casa dei Festival; Simone Gandolfo | delegato ai rapporti territoriali AGICI; Mauro Morucci | Direttore tecnico dell’Italian Film Festival di Berlino; Jessica Granato | Portavoce di Rete Cinema Calabria; Leon Pantarei | Portavoce di Approdi. Lavoratrici e lavoratori della cultura e dello spettacolo Calabria. Altrettanto interessanti i panel sui diritti umani in particolare: quello sulle discriminazioni subite dagli LGBTIQ+, a cui hanno partecipato Wajahat Abbas Kazmi | Regista del bellissimo documentario Allah Loves Equality, Lucia Iuzzolini | Servizio Centrale Sai/Siproimi, Cristina Franchini | UNCHR, Mazen Massaoud | MIT (Mov. Identità Trans), Silvio Cilento| Referente sportello Migrazioni – Eos Arcigay Cs, Donatella Loprieno e Valentina Fedele | Centro interdipartimentale Women’s Studies UNICAL; e quello sulla condizione dei diritti umani in Egitto che ha visto la partecipazione di Raccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
L’Associazione promotrice esprime la sua particolare soddisfazione per il buon esito di questa quarta edizione dando appuntamento alla quinta edizione, con l’augurio e la speranza che si possa presto ritornare a fruire degli spettacoli cinematografici, nelle sale e dal vivo.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.